Quale sostegno ai nostri figli

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Carissimi,

siamo lieti di invitarvi, come Consultorio Diocesano  Famiglia nuova”, all’incontro prossimo di Settembre a cui avremo il piacere e l’onore di avere con noi per l’intera giornata il nostro Vescovo,  S.E. Mons. Gennaro Pascarella.

L’incontro avrà luogo, come al solito, a  Monteruscello presso l’Istituto Apostolico San Paolo, sito in via Corrado Alvaro n° 9 :                    

Domenica 20 Settembre alle ore 9.30

sul tema:

“Quale sostegno ai nostri figli”

 

Siate puntuali perché la giornata  inizierà con il coinvolgimento dei partecipanti dalle prime battute.

Sarà un’occasione di riflessione per tutti noi coppie e genitori cristiani per instaurare un dialogo costruttivo con i nostri figli sempre più sollecitati da una società presentata dai mass media come mercantile e superficiale.

La parola di Dio orienterà i nostri primi passi, al mattino, nel momento di preghiera e di accoglienza; poi, con l’apporto delle scienze umane cercheremo di puntualizzare quali contenuti privilegiare nel dialogo in famiglia per sostenere un confronto sereno e fruttuoso con le nuove generazioni.

Il pranzo, come al solito, come agape fraterna, sarà un momento  piacevole  di condivisione con quanto ognuno avrà provveduto a portare.

Alla ripresa dei lavori, significative dinamiche  consentiranno  a ciascuno di acquisire maggiore capacità relazionale, apprendendo ed affinando sensibilità da attuare nella quotidianità.

Il termine è previsto alle 17,30.

Pozzuoli, 22/08 /09                                        L’equipe del consultorio

 

 

L’ordinario, il consueto, il quotidiano viene spesso svalutato o poco valorizzato per il semplice fatto che è disponibile. Così il più delle volte cadiamo nella trappola del “già conosco”, “già visto” approcciando alle cose e alle persone con un’aria di sufficienza.

Il rischio c’è e, molto spesso, è evidente, perché trascuriamo le persone che amiamo e, nella presunzione di sapere tutto di loro, le perdiamo di vista, senza averle veramente conosciute, senza averle amate abbastanza.

Per guardare con occhio nuovo le cose abituali occorre una mente attenta, una capacità di osservazione che è frutto di una lettura più dettagliata del quotidiano.

Troppo spesso, ci lasciamo prendere da ciò che è straordinario, ci lasciamo sedurre da ciò che ci stupisce nell’immediato, ma poi non lascia traccia, perché tutto si risolve nel semplicemente appariscente.

Il contesto sociale nel quale viviamo e, soprattutto,  i nostri figli vivono, con una capacità di lettura proporzionata alla loro età, è tale da essere definito per alcuni versi come  il mondo delle immagini, dove tutto è immagine, apparenza, superficialità oppure  per altri versi come il mondo di una società mercantile dove tutto ha un prezzo, è acquistabile, basta avere soldi a disposizione.

Tutto ciò porta ad una disaffezione per le cose e per le persone, che vengono inquadrate secondo una mentalità consumistica.

I contatti umani vengono intrattenuti  su di un piano superficiale perché diventa sempre più difficile sapere ascoltare e sapere dialogare.

Inevitabilmente, tutto questo ha una ricaduta nel nostro ambiente familiare e molte volte non sappiamo come porci dinanzi ad una siffatta sollecitazione subdola che caratterizza la nostra quotidianità conquistando, indistintamente, tutti: giovani e meno giovani.

Il tentativo che attuiamo, nelle nostre case, per arginare una tale invasione è quello, molto spesso,  di essere genitori normativi; ci serviamo di regole per frenare l’onda di modernità che temiamo possa travolgere noi e i nostri figli. In questo modo diventiamo genitori direttivi imponendo orari, comportamenti, scelte di studio, amicizie credendo di poter essere esonerati dal gravoso compito di sapere ascoltare e, quindi, dialogare. 

Tale modello mostra tutta la sua inconsistente fragilità mano a mano che i nostri figli s’incamminano verso l’età dell’adolescenza, età nota a tutti per la sua criticità fisiologica. Lì dove dialogo e ascolto non sono stati sufficientemente posti al centro nelle nostre case, scopriamo una sconcertante estraneità proprio tra le persone che dovrebbero sentirsi più legate da vincoli affettivi.

Scopriamo che abbiamo detto cose su cose, ma non abbiamo ascoltato, abbiamo cercato di trasferire concetti, comportamenti, ma non abbiamo espresso sentimenti, abbiamo dato regole, ma non abbiamo comunicato valori; scopriamo che abbiamo usato un linguaggio razionale freddo, distaccato che non è riuscito ad attivare nell’altro alcuna maturazione, non ha prodotto né una crescita affettiva né uno sviluppo relazionale.

Allora, quale sostegno offrire ai nostri figli dinanzi ad uno scenario sociale così impostato?

Come riuscire a comunicare con i nostri figli attratti naturalmente dal mondo contemporaneo?

Come riuscire a essere in contatto con una generazione diversa dalla nostra senza cadere in un giudizio aspro su tutto ciò che non appartiene al nostro mondo di adulti?

Parliamone insieme Domenica 20 Settembre. Vi aspettiamo

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