Generazioni a confronto: Genitori e Figli
Carissimi,
vi ricordiamo la giornata di spiritualità da vivere insieme come coppie cristiane:
Domenica 16 Novembre alle ore 9.30
Il tema dell’incontro sarà:
“Generazioni a confronto: genitori e figli”
Tale argomento ci trova tutti sufficientemente preparati, perché nelle nostre case quotidianamente facciamo esperienza di quanto sia difficile capirsi tra genitori e figli, nonostante tutte le buone intenzioni.
Vogliamo aiutarci e lasciarci aiutare prima di tutto dalla Parola di Dio e poi dalle scienze umane a cogliere quanto sia meglio fare nel rapporto con i nostri figli, per costruire relazioni sempre più autentiche.
Ci incontreremo alle 9.30 per pregare insieme e riflettere sulla Parola di Dio, che introdurrà la tematica da affrontare.
Celebreremo l’Eucarestia prima del pranzo, che vivremo come condivisione.
[Invitiamo, perciò, ciascuna coppia a provvedere portando qualcosa da mangiare per condividerlo con gli altri come agape fraterna].
L’esperienza in gruppo sarà di aiuto per giungere insieme ad una revisione dei vissuti personali e ad una visione costruttiva del nostro essere coppie e famiglie cristiane.
Guarderemo in maniera operativa gli aspetti posti in evidenza nel corso della riflessione fatta nei gruppi per poi insieme tracciare alcuni possibili itinerari da vivere nelle nostre famiglie.
Il termine è previsto per le 18.30
Pozzuoli 17/10/2003 L’equipe del consultorio
Generazioni a confronto: genitori e figli
Innanzitutto appare necessario chiarirsi cosa s’intende per generazioni a confronto. Confrontarsi è porre una cosa di fronte all’altra per conoscerne le somiglianze e le dissomiglianze.
Confrontarsi significa, quindi, mettere in luce sia ciò che unisce, ma anche ciò che divide.
Troppo spesso, invece, nelle nostre case, non siamo disposti al confronto come sottolineato prima, ma piuttosto si tende a creare un’uniformità per quieto vivere fingendo un accordo, oppure si arriva a contrasti più o meno vivaci che hanno il sapore di scontri piuttosto che di serena pianificazione.
Sostanzialmente abbiamo difficoltà ad accettare un pensiero diverso da quello personale. Ognuno di noi pensa di avere ragioni da vendere a sostegno di un determinato punto di vista.
Si tratta proprio di pensieri che non devono restare chiusi nella mente di chi li ha concepiti, ma nel dialogo espressivo, nella comunicazione dei propri sentimenti, nell’incontro con l’altro il pensiero personale deve diventare partecipata condivisione.
Quanto è difficile trovare il tempo e lo spazio perché tutto questo si realizzi nelle nostre case!
Spesso le cose si complicano ulteriormente quando come genitori ci accostiamo al mondo dei nostri figli e ci troviamo a dovere affrontare con loro un qualsiasi problema.
Pregiudizi, incomunicabilità, difficoltà affettive, visioni personali giocano un ruolo che blocca il possibile confronto, lasciando slittare l’occasione di dialogo in aspro contrasto dove si arriva alla conflittualità più aperta quando si sottolineano i ruoli: chi sono io e chi sei tu.
Questa è l’emblematica espressione della distanza, che pone l’uno di fronte all’altro ma su un dislivello di generazione.
Per paura di addentrarsi nel mondo dell’altro, in questo caso del figlio, ci si arrocca su posizioni che non possono essere oggetto assolutamente di discussione e che conferiscono un peso di soggezione all’incontro già di per sé difficile.
E’ la paura, in genere, il sentimento che viene a regolare i nostri rapporti con gli altri ed in particolare con i figli.
Le nostre ansie, le nostre inquietudini troppo spesso frenano, condizionano, fanno zittire il mondo dei nostri figli, che avrebbero bisogno di essere incoraggiati ad esprimersi, di trovare nella famiglia il luogo per essere accolti nelle loro difficoltà, nelle loro incertezze.
Il monito che San Paolo indirizza a noi genitori ha ancora tutta la sua validità.
Nella lettera agli Efesini al verso 4 del capitolo 6 San Paolo dice:
“E voi padri non inasprite i vostri figli, ma allevateli nell’educazione e nella disciplina del Signore”.
Egli sottolinea l’impegno che come genitori è necessario assumere in casa perché i figli ricevano un orientamento tale da accompagnarli nelle loro scelte future.
Ed anche il monito che arriva dal poeta G.K.Gibran ci pone forse in un’ottica un po’ diversa da quella usuale; riportiamo soltanto la prima parte della sua famosa poesia:
I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono i figli e le figlie dell’ardore che la Vita ha per se stessa.
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,
e benché vivano con voi non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri,
poiché essi hanno i loro pensieri….
E’ necessario parlarne insieme Domenica 16 Novembre.
Vi aspettiamo.
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