I figli: un progetto da realizzare

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Dono del Signore sono i figli; frecce in mano ad un guerriero.
Così recita il salmo 127, inquadrando la famiglia tutta come un’opera del Signore. Scoprire la bellezza di una tale espressione e la profondità stessa della visione del salmista è possibile nella misura in cui i figli non si avvertono come una proprietà programmata per realizzare quanto i genitori non sono riusciti a raggiungere nella loro vita. Significativa è la poesia del poeta libanese, Kahlil Gibran:

I tuoi figli non sono figli tuoi
sono i figli e le figlie della vita stessa
Tu li metti al mondo, ma non li crei.
Sono vicini a te ma non sono cosa tua.
Puoi dar loro tutto il tuo amore, non le tue idee,
perché essi hanno le loro proprie idee.
Tu puoi dare dimora al loro corpo, non alla loro anima
Perché la loro anima abita nella casa dell’avvenire
dove a te non è dato entrare, neppure con il sogno.
Puoi cercare di somigliare loro ma non volere
che somiglino a te.
Perché la vita non ritorna indietro e non si ferma a ieri.
Tu sei l’arco che lancia i figli, frecce viventi
verso il domani.

” La nostra civiltà, che pur registra tanti aspetti positivi sul piano sia materiale che culturale, dovrebbe rendersi conto di essere, da diversi punti di vista, una civiltà malata, che genera profonde alterazioni nell’uomo. Perché si verifica questo? La ragione sta nel fatto che la nostra società s’è distaccata dalla piena verità sull’uomo, dalla verità su ciò che l’uomo e la donna sono come persone. Di conseguenza, essa non sa comprendere in maniera adeguata che cosa veramente siano il dono delle persone nel matrimonio, l’amore responsabile al servizio della paternità e della maternità, l’autentica grandezza della generazione e dell’educazione. È allora esagerato affermare che i mass media, se non sono orientati secondo i sani principi etici, non servono la verità nella sua dimensione essenziale? Ecco, dunque, il dramma: i moderni strumenti della comunicazione sociale sono soggetti alla tentazione di manipolare il messaggio, rendendo falsa la verità sull’uomo. L’essere umano non è quello reclamizzato dalla pubblicità e presentato nei moderni mass media. È molto di più, come unità psico-fisica, come tutt’uno di anima e di corpo, come persona. È molto di più per la sua vocazione all’amore, che lo introduce come maschio e femmina nella dimensione del ” grande mistero “. [ L.F. n° 20 ]

Diventa necessario, anzi indispensabile, per le famiglie scoprire la propria vocazione all’amore, all’apertura alla vita, all’educazione; vivere la famiglia come il luogo dove si realizza la prima scoperta dell’altro: la vicendevole scoperta degli sposi e poi di ogni figlio o figlia che nasce da loro.
Per vocazione intendiamo qualcosa che precede la decisione libera del singolo, ne autorizza le scelte senza sostituirle.
Così risulta sbagliato e può comportare conseguenze disastrose nella realtà di coppia e di famiglia pensare allo stare insieme come ad un’esperienza frutto di un volontarismo amoroso.
Siamo inseriti in un contesto amoroso, immersi in un progetto che Dio padre instaura con le sue creature invitandole a dare una risposta responsabilmente.
Innanzitutto Dio chiama all’amore, a scoprire come la felicità per ogni uomo è nel potersi donare.
Siamo proprio noi, genitori, quei figli di Dio che hanno bisogno di maturare l’invito ad essere operatori, costruttori di amore nelle nostre case.
Saper creare, con l’aiuto dello Spirito di Dio, ambienti familiari che facilitino, promuovano lo sviluppo della persona umana, fare della famiglia una scuola di umanizzazione ecco l’ambiziosa realtà a cui siamo chiamati in forza dell’unione sacramentale.
La coppia umana coglie l’invito ad incamminarsi, nonostante la fragilità, lungo la strada per giungere ad una completezza di rapporti capaci di fare sperimentare gioia ed equilibrio psichico e di trasmettere intorno a sé vita e speranza.

La famiglia, la paternità e la maternità vanno insieme, di pari passo. Allo stesso tempo, la famiglia è il primo ambiente umano nel quale si forma l'” uomo interiore ” di cui parla l’Apostolo. Il consolidamento della sua forza è dono del Padre e del Figlio nello Spirito Santo. [ L. F. n° 23 ]

E’ nelle nostre case che i figli guardano come si vive tra il papà e la mamma la diversità, l’alterità, la relazione tra i sessi, cosa voglia dire la tenerezza, l’aggressività, il dialogo, la spiritualità; tutto ciò si concretizza non perché siamo dei bravi oratori, esperti in amore, ma soprattutto perché con i gesti di ogni giorno trasmettiamo all’esterno quanto è seminato nel nostro cuore.
Saper trasferire nella quotidianità la ricchezza interiore risulta difficilissimo se non poniamo sul nostro cammino di coppia e di famiglia momenti di crescita comune, di scambio reciproco, di stima e fiducia capaci di armonizzare tutte le persone di casa, facendo vivere la famiglia come risorsa relazionale per il ben-essere, per la sana espansione del mondo interiore di ciascuno.

Domenica 9 Dicembre vogliamo incontrarci per parlarne insieme?

L’equipe del consultorio

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