Il giorno 8 giugno il nostro fratello Osvaldo è rinato al cielo!
NASCITA AL CIELO DI OSVALDO DELLA GATTA
DIRETTORE DEL CONSULTORIO
Un impegno che continua
Osvaldo Della Gatta è marito di Giovanna Guida, padre di Emanuela, Davide, Michela, Simone, Maura, ha esercitato dal 1978 come medico ospedaliero specialista in Anestesia e Rianimazione presso l’ospedale “Monaldi” per oltre quarant’anni. Fondatore e direttore del Consultorio “Famiglia nuova” dal 1982, dopo un percorso di formazione dal 1975 al 1979 presso la scuola superiore di preparazione per consulenti familiari e di formazione nel Counseling, secondo Rogers, e di Psicologia sociale della comunicazione presso la Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale.
Ha impegnato la sua vita a partire dall’Amore di Dio: “Tutto è arrivato alla mia vita come dono gratuito di Dio, che si incarna e incontra l’umiltà della sua creatura perché possa vivere la comunione tra le persone come frutto del Suo Amore” scriveva nel libro “Il luogo dell’amore”, a servizio della Famiglia e della Chiesa e per ogni donna o uomo, che ha incontrato sul suo cammino. Spesso lo abbiamo sentito ripetere che trovava la sua forza nell’insegnamento di Gesù venuto per i malati, per i poveri al fine di guarirli dai mali che li affliggono, specialmente dalle sofferenze morali che distruggono ogni capacità di amare. Da questa c’è stata la scelta di una disponibilità gratuita verso tutti coloro che necessitano di aiuto per ritrovare la strada dell’armonia coniugale e dell’equilibrio personale, elemento fondante dei servizi offerti dal Consultorio, di cui è ispiratore. L’amore per la vita e l’attività consultoriale lo ha posto dinanzi a realtà personali, matrimoniali e familiari in crisi per l’incapacità di entrare in dialogo e di trasmettere l’originale polifonia dei sentimenti racchiusi nel cuore dell’uomo.
Fondamentale è stata la vita di Osvaldo in famiglia come lui stesso afferma:” La vita in famiglia, proprio per il fatto di avere una parola da trasmettermi sull’amore, rappresenta in tutti i momenti un riferimento sicuro … avverto il desiderio di esprimere gratitudine a mia moglie, ai miei figli”. La sollecitudine per la Persona lo ha sempre motivato a cercare le strade più consone per offrire accompagnamento incisivo e qualificato, da ciò sono nate le giornate diocesane con la famiglia e per la famiglia, che attualmente si svolgono presso la parrocchia Sant’Artema a Monterusciello.
Ci piace ricordare l’impegno per i giovani, che ha accompagnato fin dalla prima GMG in numerosissimi pellegrinaggi e alla cui cura si è reso disponibile con Giovanna nelle varie iniziative diocesane di Pastorale Giovanile e Familiare, dalla cura dell’affettività alla preparazione remota al matrimonio.
Tutto questo è stato possibile anche grazie alla sua esperienza di fede nel Cammino neocatecumenale, che lo ha visto impegnato fin dalle prime catechesi nella nostra diocesi, prima come fratello e poi come annunciatore della misericordia di Dio in varie parrocchie, esprimeva gratitudine “ai fratelli della comunità per essere stati suoi compagni di viaggio, sollecitati dai suoi peccati all’esercizio della carità. Ma soprattutto grato a Dio per essere stato presente nella sua vita nonostante le sue incapacità”.
Abbiamo imparato molto da Osvaldo, attorno a Giovanna e con lui vogliamo continuare il servizio all’Amore, che “è possibile soltanto in Dio e in tutte le realtà dove Egli si manifesta, specialmente lì dove un uomo e una donna realizzano la Sua immagine … celebrando l’Amore che si incarna nell’umano, che conosce la condivisione, che non si scandalizza dei limiti, ma soprattutto, sa donarsi, sperando oltre ogni speranza”.
GRAZIE DIO PER AVERLO POSTO SUL NOSTRO CAMMINO. GRAZIE OSVALDO!
13/06/2019 I componenti del Consultorio
P.S. Le citazioni in corsivo sono tratte dal libro: “Il luogo dell’amore” di Osvaldo Della Gatta, Ed. Chirico Napoli.
Anch’io sono grata a Dio per averlo conosciuto.la sua umiltà,la sua pacatezza,ma anche autorevolezza,mi hanno aiutato a credere nel Cammino. E poi come proclamava la Parola,mi dava la sensazione che l’ accarezzasse per donarla a noi.
A nome della sua famiglia di provenienza, oltre a ringraziare tutti per la manifesta stima e profonda conoscenza della sua interiorità, posso dire che con la vita condotta, Osvaldo, ha affermato i principi morali nei quali i nostri genitori ci hanno cresciuto e sempre spronato a mantenere in qualsiasi esperienza ci saremmo potuto trovare ad affrontare nelle nostre rispettive e diversificate esperienze di Vita!
Non ci sono parole per Osvaldo, non o mai conosciuto una persone con il suo carisma e il suo amore verso tutti e tutto, per me lui era la presenza della mano di Dio sulla terra, resterà sempre nel mio cuore e a vegliare sulla mia famiglia.
si potrebbero scrivere tante storie su Osvaldo per quante persone lo hanno conosciuto.
Io ho avuto la grazia di incontrare Osvaldo nel cammino della mia vita ricordo i suoi occhi pieni di amore e misericordia la sua capacità di leggere nel animo il dolore che che ci si porta dentro senza mai giudicare donandoti il suo tempo il suo amore sentivi nel. Tuo cuore che lui capiva sapeva ciò che provavi… Ognuno di noi che lo ha conosciuto sa di aver perso una persona speciale che mi mancherà sempre ora mi resta il grande dono che lui mi ha fatto con i suoi consigli.. E come diceva lui coraggio
Osvaldo… Giovanna ed i loro figli….. Una famiglia da cui trarre esempio….. Meravigliosi
Mi dispiace tantissimo che non ci sei più su questa terra Osvaldo, mi hai aiutata tanto nel cammino della vita per 18 anni ….riposa in pace Carmela Caputo
Questa testimonianza di fede, servizio e carità mi riempiono il cuore di gratitudine.
Grazie Signore xché popoli la terra di angeli che annunciano il tuo Amore.
Ho conosciuto la coppia ai tempi del cammino neocatecmenale. Li adoravo. Erano un esempio di vita cristiana. Ciao Osvaldo. Riposa in pace.
Patrizio scrive. Diogene cercava di giorno con una lampada un uomo e non lo trovava.Io un giorno camminando in una corsia dell’ospedale Monaldi incontrai Osvaldo che staccava dal turno di notte.Gli chiesi un aiuto per una coppia in difficoltà e mi diede subito la sua disponibilità.La sua stanchezza si è sempre trasformata in pane spezzato per l’umanità che ha incontrato.Osvaldo per me e la mia famiglia è stato un riferimento continuo per la crescita delle nostre relazioni.Siamo grati a Dio di averlo conosciuto.
non si tessono le lodi di un uomo tra gli uomini ma questo fratello mi ha fatto conoscere il senso cristiano del mio umile servizio a qualcuno più grande dei nostri limiti.
Un uomo di così grande spirito non poteva ritornare al Padre se non nel giorno di Pentecoste. Che il buon Dio lo abbia in gloria. Nell’ultima telefonata che ho avuto con lui mi ha incoraggiato dicendomi queste testuali parole “ringraziamo Dio che ci ha consentito di tessere autentiche relazioni”. Queste sue parole rimangono il suo testamento spirituale. Benedico il buon Dio che ha inviato alla mia vita Osvaldo che è stato una guida autorevole e paterna. Gli sarò grato per sempre!
Ciao Osvaldo grazie a Dio Padre che ha permesso di incontrarti e portarci la Buona Notizia.Risuona in noi la tua voce ,la dolce melodia che ci faceva vivere le scene di ogni Parola che proclamavi dove il tuo cuore metteva tutta la sua bellezza di far trasparire l’amore che avevi per il tuo mio e nostro Signore Gesù Cristo.R.I.P.
Ho appreso con ritardo da Alfonso Lobasso la notizia della perdita di Osvaldo. Ne sono rimasto profondamente dispiaciuto, anche perché non conoscevo gli eventi suoi personali di questi ultimi mesi.
Incontrare Osvaldo per la mia famiglia è stato un grande dono. Per più di 10 anni, fino al 2010, quando la malattia di mia moglie ha reso problematica la partecipazione agli incontri domenicali, abbiamo partecipato alle domeniche di formazione organizzate dal Consultorio.
Di Osvaldo mi resta nel cuore la sua grande delicatezza nell’accostarsi a ciascuno, facendolo sentire sempre perfettamente a proprio agio, la sua discrezione nell’affrontare questioni anche delicate con semplicità ma anche con fermezza. Sentivi a volo che ti aveva capito… e allora le parole non servivano più.
Ho anche potuto apprezzare Osvaldo durante i lavori del Consiglio Pastorale Diocesano, organo del quale sono stato segretario per 10 anni: sempre presente, sempre pronto, con delicatezza ma con fermezza, a ricordare l’importanza della famiglia come luogo di comunione e a proporre iniziative a riguardo…
Nel 2002, in occasione della pubblicazione del suo libro, Osvaldo mi chiese di scriverne una breve recensione per Proculus e Segni dei Tempi. Non credo di essere stata la persona più adatta per questo, ma accettai con piacere, fidandomi di lui.
A conclusione dell’incontro di presentazione del testo Osvaldo ricordava le parole del Santo Padre Giovanni Paolo II: il compito che ci viene affidato e quello di “aiutare la famiglia” e di “proteggerla contro ogni distruzione” .
E’ quello che Osvaldo ha sempre coerentemente fatto, insieme a Giovanna, con la sua testimonianza di vita, un dono che resta per sempre per tutti noi e in particolar eper le coppie che hanno frequentato gli incontri del Consultorio.
Grazie
P.S.: Riporta di seguito l’articolo pubblicato su Proculus: mi è sembrato un modo per ringraziarlo ancora una volta.
Il luogo dell’amore, un libro sulla famiglia di Osvaldo Della Gatta
Il 23 novembre 2002, nell’auditorium del seminario di Pozzuoli, alle ore 17.00, alla presenza del Vescovo, S.E.R. Mons. Silvio Padoin, è stato presentato alla Diocesi il libro “Il luogo dell’amore”, del Dott. Osvaldo della Gatta, direttore del Consultorio Familiare della Diocesi di Pozzuoli “Famiglia Nuova”. Hanno partecipato all’incontro il Prof. Pasquale Giustiniani, ordinario di Filosofia Teoretica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, il Dott. Ermanno Corsi, noto giornalista RAI e presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, e don Luigi Saccone, docente di Filosofia presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale e responsabile dell’Ufficio Famiglia della Diocesi. I loro interventi hanno aiutato i presenti a cogliere meglio alcuni aspetti del testo.
Il libro offre un percorso di riflessione sul senso e il valore della famiglia, proponendo un itinerario che, dalla relazione di coppia, si allarga alla sessualità, vissuta alla luce della fede, per arrivare al significato più profondo del matrimonio cristiano. L’Autore, andando controcorrente rispetto alla mentalità di questo tempo, afferma con forza che l’amore non è qualcosa di irrealizzabile, quasi una sorta di “chimerica utopia”, e che la famiglia è proprio il luogo dove è possibile vivere e sperimentare questo amore, amore che diventa Amore, cioè “immagine e somiglianza della comunione divina (1)”.
Per tali motivi il Prof. Giustiniani ha definito il testo un vero e proprio “progetto esistenziale”, e ne ha quindi messo in risalto il “sottosuolo”, il “suolo” e le “prospettive”, tre aspetti che vanno tenuti sempre presenti per comprendere il significato di un’opera.
Il “sottosuolo” è ciò che fa da sfondo, spesso in maniera inconsapevole, alla redazione di un testo. Sullo sfondo di questo libro si trovano due importanti realtà della vita del Dott. Osvaldo Della Gatta: il suo mestiere di medico rianimatore e la sua esperienza di cristiano impegnato che in coppia sta rimeditando il significato dell’esperienza di vita cristiana. Nell’attuale contesto storico – sociale in cui la famiglia rischia spesso di andare anch’essa “in rianimazione”, esistono ancora larghi spazi per intervenire annunciando all’uomo di oggi che l’amore di Dio esiste ed è possibile sperimentarlo “specialmente lì dove un uomo e una donna realizzano la Sua immagine” (2). Ma l’esperienza di vita di Osvaldo, il suo “cammino” come coppia e famiglia, ci fa capire anche che ciò è possibile soltanto in una prospettiva di lungo periodo, attraverso un percorso scandito da tappe e verifiche.
Il Prof. Giustiniani ha quindi illustrato gli elementi che costituiscono il “suolo”, cioè la dimensione consapevole, sul quale poggia il libro. Il primo è il lavoro di volontariato che il Dott. Osvaldo della Gatta svolge come direttore del Consultorio Familiare Diocesano “Famiglia Nuova”, una struttura che, insieme al “Centro per la Vita Rossotto”, costituisce un fiore all’occhiello della nostra Diocesi. Il Consultorio si propone come scopo principale quello di aiutare la famiglia a ritrovare se stessa in questa generazione alla luce dell’Amore di Dio, in modo da potersi sperimentare come luogo della “gioia e della speranza”, uno scopo che coincide quasi perfettamente con il titolo del nostro libro. Un secondo elemento di suolo è da ricercarsi nel cammino pastorale recente della Diocesi, un cammino che ha visto l’intero anno giubilare dedicato alla riflessione sul matrimonio, sulla famiglia e sui valori di coppia e che ha avuto il suo momento centrale nel Convegno Diocesano del settembre 2000. Da questo punto di vista il libro è quindi il naturale frutto di queste due realtà, punto di arrivo di un lungo percorso personale e diocesano. Ma si tratta di un frutto per il quale è possibile prevedere un ulteriore processo di maturazione: il Prof Giustiniani ha infatti auspicato che questo testo – che è chiaramente rivolto ai formatori – possa costituire il punto di partenza per la preparazione di itinerari di formazione rivolti a tutte le famiglie. In altre parole il libro potrebbe essere solo una tappa intermedia di un percorso che ha le sue origini nell’attività del Consultorio Diocesano e nel cammino recente della Diocesi, ma che potrebbe proseguire con la “trasposizione catechetica” del testo, un’operazione che renderebbe spendibili gli ottimi spunti culturali e religiosi del libro nella catechesi alle coppie, fornendo un utile sussidio per “comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”, in consonanza con gli orientamenti pastorali dell’episcopato italiano per il primo decennio del 2000. Da questo punto di vista il Prof. Giustiniani ha sottolineato la particolare efficacia e utilità dello schema seguito dall’Autore: esso parte dalla relazione (primo capitolo), sostituendo all’enfasi sull’”io” di chi s’identifica soggetto portatore di diritti, tipica della concezione illuministica, la novità del “noi” di chi si scopre come “rapporto”, “relazione”, una relazione che è a immagine di quella che sussiste nel mistero di un Dio trinitario che sperimenta in sé la relazione tra più persone. Ma questa relazione diventa nel secondo capitolo una relazione sessuata, attraverso la donazione totale e integrale del corpo che non è più vista in una chiave negativa e peccaminosa, ma come “segno e frutto di una donazione personale totale” (3). Nel terzo capitolo, infine, la relazione sessuata diventa sacramento, segno cioè di un’unione che non è solo umana, ma anche divina.
L’intervento successivo del Dott. Ermanno Corsi ha avuto lo scopo di confrontare la visione della coppia che l’Autore propone con la realtà del mondo attuale, letta da un osservatorio privilegiato: quello di un cronista che la sperimenta e la ascolta ogni giorno.
Il giornalista ha sottolineato che il libro non rappresenta unicamente un manuale di comportamento per i cattolici, ma, come precedentemente affermato dal Prof. Giustiniani, esso contiene un vero e proprio “progetto esistenziale” dove le idealità non rimangono astratte, ma sono confermate dalla quotidianità dell’esperienza di chi scrive. Un primo tratto saliente di questo progetto e un forte messaggio di apertura alla vita: un grande valore e una grande sfida da affrontare con impegno e quasi con orgoglio. In un momento in cui, per i rapidi progressi delle discipline biologiche, le prospettive offerte dall’ingegneria genetica e le tecniche di riproduzione medicalmente assistita possono intervenire sempre più massicciamente manipolando la vita, non bisogna perdere di vista la prospettiva etica, vagliando le numerose possibilità che la tecnologia oggi consente alla luce di un’intelligenza attenta alla tutela della vita. A tale proposito il libro ci ricorda che la vita è un dono che non ci appartiene, un bene in prestito ma non di proprietà. Ad un Ulisse che, impersonando gli ideali dell’umanesimo, avanza sempre più “per seguir virtude e canoscenza”, metafora di un progresso oggi però quasi sempre vissuto in modo passivo e deresponsabilizzato, l’Autore sostituisce un uomo che, illuminato dalla parola di Dio, può ora farsi carico del suo stesso destino. Quest’uomo ha anche il compito di selezionare e di valutare le informazioni che il cronista – lo “storiografo dell’istante”, come Ermanno Corsi si è autodefinito – quotidianamente diffonde attraverso i mezzi di comunicazione di massa.
Un secondo aspetto importante del libro sottolineato dal giornalista è la coppia intesa come progetto e, più precisamente, come uno “stare insieme” sulla base di “progetto condiviso”, come un “divenire” che si snoda e progredisce attraverso le tre tappe dell’eros (attrazione, desiderio), della filia (amicizia, stima) e dell’agape (amore dono, gratuito). Quest’aspetto dell’io, che non basta a se stesso, ma si completa nell’altro, se autenticamente vissuto nella relazione di coppia, può estendersi a tutte le altre relazioni. L’uomo che si sperimenta nella coppia come relazione, si apre così ad un impegno nel sociale, passando dalla coppia e dalla famiglia all’intera società. Alla fine di questo percorso, proprio come è avvenuto nella storia personale dell’Autore, il “luogo dell’amore” si espande quindi in mille altri luoghi, perché se si è sperimentata la trasformazione della propria famiglia da luogo del disagio a luogo dell’Amore, si sentirà l’esigenza di annunciare questa trasformazione al mondo intero.
Ma tale percorso non è esente da rischi e pericoli (provocazioni, seduzioni, consumismo, narcisismo, autosufficienza, omologazione, conformismo,…). Di fronte ad essi è possibile ipotizzare due tipi di soluzioni. Sicuramente occorrerà adoperarsi per modificare il diritto di famiglia, promuovendo provvedimenti legislativi che tutelino la famiglia. In tale ambito andrebbe maggiormente affermato anche il concetto di “genitorialità sociale”, prevedendo un intervento sussidiario più esteso della società in tutti quei casi in cui la famiglia è inadatta o insufficiente a svolgere tale compito. Il solo intervento di tipo legislativo non è però sufficiente, per questo occorre impegnarsi maggiormente soprattutto sul piano dell’educazione etico – morale delle nuove generazioni, educandole al rispetto di sé e degli altri e rendendole quindi “abili” a formare società. Tutti questi aspetti – ha concluso il Dott. Corsi – fanno di questo libro di Osvaldo Della Gatta non un libro esclusivamente ad uso interno della comunità dei credenti, ma un testo che può rappresentare un momento di crescita culturale per l’intera società.
L’incontro è stato completato dalla lettura di una lettera augurale del Santo Padre, nella quale il Papa ha auspicato che questo testo possa ispirare molte famiglie ad una piena adesione a Cristo e al Vangelo.
A conclusione dell’incontro l’Autore, su invito dell’assemblea, ha chiarito meglio l’aspetto delle prospettive che il testo consente di delineare. Come ha affermato il Santo Padre, il compito che ci viene affidato e quello di “aiutare la famiglia” e di “proteggerla contro ogni distruzione” (4). Occorre allora “rimboccarsi le maniche” e impegnarsi in questa direzione. Successivamente il Vescovo, dopo aver espresso soddisfazione e compiacimento per il dono che questo libro rappresenta per la Diocesi, ha invitato i presenti a riscoprire il valore fondamentale della preghiera in famiglia, anche utilizzando la preghiera del Rosario, una preghiera recentemente modificata dal Papa con l’inserimento dei cinque nuovi “misteri della luce” (5). Rivolgendosi al mondo dell’informazione, ha esortato i cronisti a mettere in evidenza non solo le “ombre”, ma soprattutto le “luci”, ciò che educa e fa crescere la società. L’incontro si è concluso con l’invito del Vescovo, rivolto a tutti presenti, ad un maggior impegno per la famiglia, nella certezza che Dio la “tiene per mano” e non la abbandona. Anche questo libro costituisce un contributo, forse piccolo, ma molto ricco ed efficace, in questa direzione.
Vincenzo Boccardi
(1)Giovanni Paolo II, dall’Omelia del 28 dicembre 1988.
(2) Osvaldo Della Gatta, Il luogo dell’amore, pag. 13, Edizioni Chirico, 2002.
(3) Giovanni Paolo II, Familiaris Consortio, 11.
(4) Giovanni Paolo II, dall’Omelia del 28 dicembre 1988.
(5) Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae
Auguro a tutti quelli che leggeranno queste poche parole di incontrare un uomo come Osvaldo. Non sarà facile, ma il buon Dio ogni tanto permette che nasca qualcuno con uno spirito così e chi ne viene a contatto non potrà , in nessun modo, evitare di esserne affascinato. Spero che un giorno potrò incontrarlo ancora, significa che me lo sarò meritato.