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L’Amore vince la paura

La motivazione di fondo nel voler percorrere una strada fatta di relazioni autentiche, rende inattivi due compagni di viaggio che si agitano nel cuore dell’uomo: la menzogna e l’orgoglio.

Si cade nell’angoscia del cuore quando i consigli dettati da quei tetri compagni di viaggio svelano tutta l’orripilante mostruosità della incapacità a tessere relazioni serene e proficue; si generano, quindi, il sospetto, la diffidenza, la gelosia, l’invidia che vengono a condizionare qualsiasi contatto relazionale.

L’amore, invece, chiama ciascuno ad essere frantumato come farina pura e diventare pane di frumento, spezzato per gli altri come il grano è triturato, battuto, rotto, frantumato per dare il miglior pane; chiama ad essere trasformato come oro fuso al crogiolo della fornace per essere depurato da tutte le scorie.

Una lezione fondamentale nel cammino verso l’amore è apprendere ad affrontare il sacrificio, cioè i disagi, le amarezze, le contrarietà, le calunnie, le ingiurie, le tribolazioni, senza ribellarsi perché c’è la consapevolezza di appartenere ad una realtà di tenerezza e di fedeltà che trascende la natura umana. Ciò spinge ad andare verso coloro che non conoscono l’Amore, spinge a vivere le beatitudini in un mondo tentato dall’ateismo, dall’idolatria del potere, del possesso e del piacere.

L’amore è la legge fondamentale su cui poggia l’intero universo; dalla sua osservanza dipende la perfetta armonia, la vera gioia e la fecondità di ogni vita. Quando viene infranta, subentra la disarmonia e con essa i mali di ogni genere: invidia, risentimento, rancore, antipatia, odio contro gli altri e distruzione di se stessi.

Accettare gli altri così come sono senza esigere che cambino per incontrarli, per quanto sfigurati e macchiati dal male; capire che ogni cuore ha bisogno di amare e di essere amato; sentire profondamente che l’uomo è ingannato sono gli atteggiamenti intimi che esprimono tangibilmente come l’Amore abbia la capacità di trasformare il cuore dell’uomo.

La relazione che scaturisce da tale contatto con l’Amore è riposante, consolidante, vivificante, appagante ed inoltre comporta una crescita gioiosa ed armoniosa nei rapporti con gli altri fondandoli sulla sincerità, sull’ascolto e sull’umiltà.

Partire da ciò che si è piuttosto che da ciò che si vorrebbe essere è lo stile di vita della persona realmente umile. Sa di non bastare a se stesso, di essere limitato e per questo intesse rapporti con gli altri per colmare la propria incompletezza, la propria inadeguata ed egoistica valutazione di ogni cosa.

Essere per qualcuno, potersi donare ad un altro: questa la felicità!

Invece di un’enfatica affermazione di sé che porta a vivere in una solitudine esistenziale, diviene possibile gustare quanto sia dolce la tenerezza dell’amore.

Il calore di un affetto, di una relazione vissuta con autenticità, ha la capacità di relativizzare chiunque e di offrire l’opportunità a chiunque di vedere i propri limiti senza rimanerne schiacciati, senza sentirsi bloccati dalla gelida morsa della sopraffazione violenta e dei giudizi velenosi confezionati dall’altro.

L’equilibrio sulla paura si attua se nella vita si è incontrato l’Amore che si è reso visibile con Cristo Gesù. Egli è l’equilibrio di tutto il cosmo.

Il concilio Vaticano II ha affrontato questa condizione dell’uomo nella costituzione “Gaudium et spes” incentrata sulla Chiesa nel mondo contemporaneo.

In verità gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell’uomo. E’ proprio all’interno dell’uomo che molti elementi si contrastano a vicenda. Da una parte infatti, come creatura, esperimenta in mille modi i suoi limiti; d’altra parte si accorge di essere senza confini nelle sue aspirazioni e chiamato ad una vita superiore. Sollecitato da molte attrattive, è costretto sempre a scegliere qualcuna e a rinunziare alle altre. Inoltre, debole e peccatore, non di rado fa quello che non vorrebbe e non fa quello che vorrebbe. Per cui soffre in se stesso una divisione, dalla quale provengono anche tante e così gravi discordie nella società. Certamente quanti vivono in un materialismo pratico, sono lungi dall’avere la chiara percezione di questo dramma, e anche quanti sono oppressi dalla miseria non hanno modo di rifletterci. Molti credono di trovare pace in una interpretazione della realtà proposta in varie maniere. Alcuni poi dai soli sforzi umani attendono una vera e piena liberazione dell’umanità e sono persuasi che il futuro regno dell’uomo sulla terra, appagherà tutti i desideri del loro cuore. Né manca chi disperando di dare uno scopo alla vita, loda l’audacia di quanti, stimando vuota di ogni senso proprio l’esistenza umana, si sforzano di darne una spiegazione completa solo col proprio ingegno.

Con tutto ciò, di fronte all’evoluzione attuale del mondo, diventano sempre più numerosi quelli che si pongono o sentono con nuova acutezza gli interrogativi capitali: cos’è l’uomo? Qual è il significato del dolore, del male, della morte, che malgrado ogni progresso continuano a sussistere? Cosa valgono queste conquiste a così caro prezzo raggiunte? Che reca l’uomo alla società e cosa può attendersi da essa? Cosa ci sarà dopo questa vita?

Ecco: La Chiesa crede che Cristo, per tutti morto e risorto, dà sempre all’uomo, mediante il suo Spirito, luce e forza per rispondere alla suprema sua vocazione; né è dato in terra un altro nome agli uomini, in cui possono salvarsi. Crede ugualmente di trovare nel suo Signore e Maestro la chiave , il centro e il fine dell’uomo nonché di tutta la storia umana.                          [Gaudium et spes n° 10]

 

Pubblicato in Temi di riflessione

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