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La teoria Gender

La teoria Gender si propone come passaggio dalla dualità sessuale (“l’essere uomo” maschio o femmina) al concetto di “genere”, termine aperto che abbandona la bipolarità sessuale degli esseri umani proponendo cinque generi: maschile, femminile, ermafrodita, omosessuale, transessuale.

I sostenitori di questa teoria ritengono che le differenze tra uomo e donna siano il prodotto di culture e di epoche determinate e che sia l’ambiente socio-culturale ad assegnare alle persone la loro identità sessuale.

La femminilità e la mascolinità non sarebbero altro che costruzioni culturali indotte. Non ci sono le donne e gli uomini, esistono solo delle identità neutre che possono decidere, anche più volte nel corso della vita, l’identità sessuale da assumere.

Il Gender è un’ideologia perché non esprime un’opinione su un aspetto dell’uomo, della famiglia, ma anela ad imporre un’idea che viola la realtà, che la nega e la sovverte, intendendo riscrivere sulla base del desiderio individuale e soggettivo i fondamenti stessi dell’identità personale, familiare e sociale.

Perché questa violenza contro la natura umana, contro la propria natura?

Le radici di questa battaglia e della teoria gender si trovano in un femminismo radicale, come anche in altre correnti politiche e filosofiche, che accusano la dualità antropologica umana «l’essere uomo e donna» di essere la causa e l’origine dell’infelicità umana: bisognerebbe liberarsi di tutte le differenze, quindi anche quelle tra uomo e donna, per stabilire un’autentica uguaglianza tra gli esseri umani ed esser così liberi e felici.

L’ideologia gender nasce per tradurre operativamente questo pensiero: l’uguaglianza dei generi maschile e femminile.

Non la parità dei sessi, non la pari dignità di tutti gli uomini, bensì l’appiattimento e la cancellazione delle differenze naturali!

Tutto questo si sta realizzando!

Il 4 gennaio 2013 il ministro francese dell’Educazione Vincent Peillon inviò una lettera a tutti i presidi, che esordiva così: “Il governo si è impegnato a lavorare sui giovani per cambiare la loro mentalità”.

Non diversamente si è pronunciato il Dipartimento per le Pari Opportunità dell’Italia, nel documento del 2013 intitolato “Strategia Nazionale per la Prevenzione e il Contrasto delle Discriminazioni1, in cui si afferma di voler “dare un forte impulso a quel processo di cambiamento culturale così fortemente auspicato” [pag.4] sfruttando “il ruolo della scuola e degli insegnanti nel cambiare e modificare attitudini e comportamenti specifici” [pag.16].

Per cambiare la società occorre agire sulla cultura e quindi sulle sue strutture educative: la scuola, quindi, è diventato il nuovo campo di battaglia. Il governo francese ha dato inizio ad un programma sperimentale per i bambini delle elementari chiamato “ABCD dell’uguaglianza”, in cui si incentivano i bambini a sperimentare e scegliere le diverse identità di genere. In Italia l’UNAR (Ufficio Nazionale Anti- discriminazioni razziali) ha pubblicato gli opuscoli “Educare alla diversità nella scuola” per la scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado, ed in collaborazione con il MIUR (Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca) ha promosso un nuovo libretto contenente le strategie LGBT per la lotta all’omofobia.

È proprio la Presidenza del Consiglio dei Ministri “Dipartimento delle Pari Opportunità” sempre attraverso l’UNAR, a tradire i nostri piccoli, perché ha emanato le linee guida da inserire nelle offerte formative senza interpellare né genitori, né insegnanti, né educatori, né figure che operano in ambito sanitario, ma affidando il tutto alle organizzazioni LGBT.

Questo progetto, diviso in fasce di età prevede per i bambini:

da zero a quattro anni

  • masturbazione infantile precoce
  • fidarsi del proprio istinto
  • diritto di esplorare le identità di genere con l’aiuto di libri, video, giochi.

Da quattro a sei anni

  • masturbazione
  • il mio corpo appartiene a me
  • la consapevolezza dei propri diritti sessuali
  • utilizzare un linguaggio sessuale appropriato
  • il significato della sessualità.
  • Parlare di argomenti sulla sessualità attraverso l’uso di libri, video, giochi con riproduzioni di genitali maschili e femminili; amori segreti; il primo amore non ricambiato; l’abuso.

Da sei a nove anni:

  • masturbazione e auto stimolazione
  • rapporti sessuali
  • diversi metodi contraccettivi
  • scelte alternative per evitare la gravidanza
  • amore verso lo stesso sesso
  • gestire le delusioni amorose
  • l’abuso
  • diritti sessuali e dove rivolgersi (il sesso nei media-Internet).

Da nove a dodici anni:

  • masturbazione, eiaculazione (dimensioni e forme del pene – seno – vulva)
  • utilizzo di preservativi
  • piacere, masturbazione, orgasmo
  • la prima esperienza sessuale
  • variabilità comportamenti sessuali
  • amore con il partner dello stesso sesso
  • la sessualità come benessere e salute.

Da dodici a quindici anni:

  • riconoscere i segni della gravidanza
  • procurarsi contraccettivi dal personale sanitario
  • la prima esperienza sessuale
  • leggi per il consenso legale per i rapporti sessuali
  • Famiglie mono genitoriali, gravidanza surrogata nelle relazioni omosessuali.
  • Bambini su misura.

Da quindici anni:

  • diritto all’aborto.

Con l’introduzione nelle scuole di questi programmi, si vuole il superamento dell’eterosessualità per la creazione di un “uomo nuovo”, orientandolo a scegliere tutto di se stesso, di dare sfogo alla propria identità sessuale, alla propria libido, indipendentemente dalla propria natura, dalla propria sessualità biologicamente definita.

Papa Francesco, invitando tutti ad una riflessione, all’Udienza generale del 15 Aprile 2015, afferma:

“io mi domando, se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare un passo indietro. La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione. Per risolvere i loro problemi di relazione, l’uomo e la donna devono invece parlarsi di più, ascoltarsi di più, conoscersi di più, volersi bene di più. Devono trattarsi con rispetto e cooperare con amicizia. Con queste basi umane, sostenute dalla grazia di Dio, è possibile progettare l’unione matrimoniale e familiare per tutta la vita.

La dualità sessuale, contrariamente a quanto proposto dall’ideologia gender, non contraddice affatto la parità fondamentale tra i due sessi.

Infatti, uomo e donna hanno in comune la stessa natura umana: la dualità uomo-donna è una completa parità, se si tratta della dignità umana, ed una meravigliosa complementarietà se si tratta delle proprietà e dei compiti legati alla mascolinità e alla femminilità dell’essere umano. Non è la cultura che da sola costituisce la differente psicologia uomo-donna. La cultura può certamente accentuare certi ruoli, rafforzare alcuni stereotipi e indurre certi pregiudizi, ma non può creare la psicologia maschile e femminile.

Pozzuoli, 21/06/2015

 

NOTE

1 strategia nazionale UNAR http://www.pariopportunita.gov.it/index.php/archivio-notizie/2310-unar-on-line-la-strategia-nazionale-per-la-prevenzione-ed-il-contrasto-delle-discriminazioni-basate-sullorientamento-sessuale-e-sullidentita-di-genere

Pubblicato in Temi di riflessione
Un commento su “La teoria Gender
  1. Giulio scrive:

    L’unico esempio da seguire per la formazione di una famiglia è quello della Sacra Famiglia di Nazareth.Un padre,una madre,un figlio(od una figlia o più figli).Non c’è altro da dire.

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