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Quale dialogo nella coppia?

Carissimi,

vi invitiamo per il nuovo anno 2006, alla giornata di spiritualità promossa da Famiglia nuova”, a Monteruscello presso l’Istituto Apostolico San Paolo sito alle spalle della Concattedrale San Paolo  in via Corrado Alvaro n° 9:

A Monteruscello Domenica 15 Gennaio alle ore 9.30

Il tema dell’incontro sarà:

“Quale dialogo nella coppia?”

Nota bene: Come nell’ultimo incontro, avremo la Santa Messa nella prima mattinata, per cui vi invitiamo ad essere puntuali per non incontrare difficoltà nel rispettare i tempi necessari alla riflessione, al lavoro in coppia e in gruppo.

Ci incontreremo alle 9.30  per incominciare con la Santa Messa e subito dopo  alla luce della Parola di Dio affronteremo con le coppie presenti la riflessione sulla tema della giornata.

Daremo al nostro incontro un ritmo un po’ diverso dalle altre volte, svolgendo una dinamica in coppia e in gruppo che impegnerà tutti in una profonda e attenta introspezione.

Vivremo il pranzo come condivisione.

[Invitiamo, perciò, ciascuna coppia a provvedere portando qualcosa da mangiare per condividerlo con gli altri come agape fraterna].

Dopo pranzo continueremo il lavoro in gruppo, per giungere insieme ad una lettura che coinvolga la nostra vita.

Il termine è previsto per le 17.30

Pozzuoli 28/12/2005                                 L’equipe del consultorio

Quale dialogo nella coppia?

Il tema offre la possibilità ad ognuno di rivedere lo stile di vita utilizzato nell’ambito della relazione di coppia.

Quanto spazio, quanto tempo la coppia  dedica a se stessa per potersi incontrare in una maniera soddisfacente?

Quale è la qualità del linguaggio impiegato?

In genere, la routine della vita prende i due della coppia.

Questi si lasciano travolgere da impegni vari, per cui, facilmente,  si limitano alle cosiddette comunicazioni di servizio che fanno scadere la qualità del rapporto stesso.

Si arriva, inevitabilmente, all’insoddisfazione, a vivere il peso della convivenza, la chiusura dell’altro come rifiuto. Non solo, ma quando la coppia si accosta al dialogo, resta sopraffatta  per una sorta di impreparazione o per un eccessivo desiderio, quasi come se fosse travolta dall’ ansia di prestazione.

Lo scontro  diventa inevitabile. Lo scambio esplosivo, sovraccarico di emotività repressa, inespressa, appare l’unico modo per entrare in contatto con l’altro.

Il tumulto dei sentimenti rompe gli argini della comunicazione pacata ed investe l’altro ponendolo o su un terreno di difesa passiva o di contrattacco senza esclusioni di colpi. Non si risparmiano rimproveri, giudizi, pregiudizi.

La tensione cumulata nei lunghi silenzi straripa portando alla devastazione, prima, e, poi, se la coppia mostra una buona capacità di recupero, ad un incontro costruttivo.

La crisi mostra il suo volto benevolo, diventando crescita a due, confronto sereno, scambio verbale e non verbale. Il contatto da travolgente  diventa coinvolgente.

La coppia scopre così come il dialogo ha in sé una grande forza coesiva, che aiuta i due a rendere, qualitativamente, lo stare insieme   più attraente, più piacevole.

Troppo spesso, però, si realizzano ferite profonde, che stentano a rimarginare perché  l’immaturità individuale viene a costituire un grosso limite.

A mò di esempio, uno di questi limiti risulta essere l’instabilità emotiva.

Una canzone americana dei nostri giorni : “Non fare in modo che io sia fraintesa” esprime  già nel titolo tale discontinuo comportamento nell’ambito dell’incontro a due e nel testo traduce tale difficoltà con le parole:

“se sembro essere nervoso voglio che tu sappia che io non avrei mai intenzione di prendermela con te. Questa è una cosa che non vorrei mai fare perchè ti amo”.

Il disagio espresso è reale.

Il rischio manifestato è che l’altro sia utilizzato come  un frangiflutti personale delle tensioni cumulatesi nelle svariate attività lavorative, sociali, comunitarie che ci vedono impegnati nella vita di tutti i giorni.

La coppia ha necessità di proteggersi, innanzitutto, non perdendo di vista l’amore che li unisce, il bene comune da perseguire.

Piuttosto che l’egoistico motto: Si salvi chi può!, diventa necessario formulare il motto evangelico dell’unità, preso dalla preghiera sacerdotale di Gesù, : Ut unum sint, espressa nel vangelo di Giovanni, al capitolo 17, come  benedizione ed augurio al tempo stesso.

Aiutiamoci a curare il nostro dialogo in coppia, parlandone insieme il 15 gennaio, all’inizio del nuovo anno 2006.

Pubblicato in Incontri già svolti

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