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La famiglia: il luogo della santificazione

Questa parola “santificazione” fa un po’ paura. Ma cosa significa? Separato, messo da parte, consacrato.

Dio è santo non è come il resto del mondo. Tutto ciò non va letto secondo uno schema di religiosità naturale, ma come un invito a cogliere la chiamata particolare a rivestire un ruolo di responsabilità nei confronti degli altri. Si vuole sottolineare la peculiarità della condizione del cristiano chiamato a permeare la realtà di un’energia nuova capace di santificare che viene soltanto da Dio. Il Vangelo, la Parola di Dio è questa potenza trasformatrice, capace di modellarci a somiglianza di Cristo, di portarci a tale livello divino in forza dello Spirito di Cristo.

Ebrei 12, 14: cercate la pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno potrà vedere il Signore.

Se uno vuole vedere Dio ed entrare nel suo regno è necessario che abbia una nuova vita, una natura divina in lui. Tale santificazione è opera dello Spirito Santo.

Santificazione è crescita spirituale.

2 Cor 7, 1: In possesso dunque di queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello spirito, portando a compimento la nostra santificazione, nel timore di Dio.

San Paolo fa riferimento ad una promessa menzionata precedentemente. Si tratta di una realtà di famiglia: sarò per voi come un padre e voi mi sarete come figli e figlie. In questo modo appare chiaro che tutto si consuma in una capacità relazionale familiare. Vuol dire una qualità di rapporto con caratteristiche inequivocabili.

Padre / figlio indica: Realtà generativa / Intimità tenera / Capacità oblativa.

Quanta realtà nevrotica, esasperata, aggressiva si vive, invece, nelle nostre case.

Quanta mal celata indisponibilità si respira nelle nostre famiglie.

Quale carica di tensioni accumulate nel quotidiano sono lì pronte ad esplodere alla prima circostanza di confronto, trasformando l’occasione d’incontro in scontro irrimediabile.

Abbiamo bisogno di santificazione, di essere avviati su di un cammino di santità per poter cogliere profondamente, in tutto il suo scandalo, la verità sulla nostra vita: siamo poveri uomini incapaci di compiere il bene anzi nella condizione di fare il male che non vogliamo.

Abbiamo bisogno di essere salvati nel vivere quotidiano.

Abbiamo bisogno di essere aiutati a leggere la storia con gli occhi della misericordia, dell’amore che non tradisce, che non ferisce, che va al di là della morte.

Macchie dello spirito sono l’orgoglio, l’autosufficienza, la presunzione: cose queste che soffocano, intristiscono lo Spirito di Cristo, l’unico capace di trasformare la nostra realtà umana segnata dal peccato in realtà celeste.

Non possiamo restare indifferenti a tale progetto. Ne va di mezzo la nostra felicità.

Non possiamo lasciare scivolare via banalmente una tale proposta di resurrezione, di recupero della nostra caducità in una realtà trasformata dall’amore di Dio.

Poter trovare un luogo capace di accoglierci senza sentirci giudicati nelle nostre insufficienze, nelle nostre incapacità.

Dove andare per trovare questo luogo dell’amore?

Vogliamo parlarne insieme il 14 Settembre!

Pubblicato in Incontri già svolti

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