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La famiglia e la tenerezza

Carissimi,

il nostro percorso di riflessione, su tematiche inerenti la famiglia,   riprenderà presso la sede del Consultorio Diocesano «Famiglia Nuova»  sito nella cripta della Parrocchia di San Michele Arcangelo al Rione Toiano in via Antonino Pio n° 1 :

Domenica 18 Settembre alle ore 9,30 sul tema:

«La famiglia e la tenerezza»

[Siate puntuali perché la giornata  inizierà con il coinvolgimento dei partecipanti dalle prime battute].

Con opportune dinamiche, che animeranno la mattinata, dopo un primo momento di ascolto della parola di Dio, cercheremo di guardare alle nostre realtà familiari per scoprire quanto bisogno ci sia, nelle nostre case, di  tenerezza per noi stessi e per i nostri cari.

Avremo modo di rileggere aspetti del nostro quotidiano per lasciare che possa svilupparsi la nostra personale sensibilità, il nostro modo di pensare, il nostro modo di porci in famiglia con una maggiore attenzione proprio alla tenerezza.

Il pranzo, come agape fraterna, sarà un momento tra gli altri per fare esperienza di condivisione attraverso quanto ognuno avrà provveduto a portare.

Nel pomeriggio, il confronto in coppia e in gruppo saranno occasione di ulteriore riflessione per superare difficoltà,  incomprensioni, fraintesi che nella nostra vita  in famiglia  vengono vissuti come ostacoli.

Il termine è previsto alle 17,30.

Pozzuoli, 27/08/11                                        L’equipe del consultorio

 

«Il tuo piede non si è gonfiato e il tuo vestito non si è logorato…» Dt 8,4

Nel Deuteronomio, al capitolo ottavo, Dio s’impegna a non lasciare che il nostro vivere quotidiano diventi stanchezza e routine noiosa.

Poter trasformare l’ordinario quotidiano in evento straordinario. Poter percepire la realtà di ogni giorno come un evento unico e irripetibile, come una novità nella nostra vita. Come si fa ad entrare in un tale percorso, in un siffatto circuito di trasformazione?

La psicologia clinica constata che molte situazioni di disadattamento o di disturbi mentali sono da collegare al vuoto di tenerezza vissuto dai soggetti nella prima infanzia. La tenerezza, dunque, è una realtà decisiva per la vita di relazione e la costruzione della società. Poter scoprire il linguaggio della tenerezza!

Abbiamo bisogno di imparare a parlare un linguaggio che non ci è familiare, non è immediato, non è dettato dall’istinto, dall’impulsività. Abbiamo bisogno di sviluppare una capacità relazionale imbevuta di tenerezza, intrisa di una sensibilità che attinge dal profondo di noi stessi una tale risorsa.

Vivere l’esistenza con tenerezza non è un dato scontato: suppone un cammino di educazione e di disciplina, esige un itinerario in progressione e un’attuazione graduale.

La tenerezza è delicatezza e incanto per la bellezza del mondo e la ricchezza spirituale di cui ogni essere umano è portatore, e sgorga come espressione di un animo capace di partecipare al canto dell’universo e di orientare il proprio essere all’Assoluto dell’Amore. Scrive Giovanni Paolo II: «L’uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso se non gli viene rivelato l’Amore, se non si incontra con l’Amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente» (Redemptor hominis 10).

La tenerezza porta a sentire ciò che l’altro sente, mettendosi al suo posto, entrando nei suoi pensieri e nel suo cuore e partecipando in prima persona alla sua situazione, fino a farsene carico. Solo chi sa vivere questo decentramento dal proprio io e il concentramento verso il tu, prendendosi cura di lui, specialmente se si trova nel bisogno e nella difficoltà, è in grado di porre le basi per risposte o attitudini di autentica tenerezza. Assumere la tenerezza e viverla non è per niente un dato scontato; al contrario, richiede un lungo tirocinio e un’ascesa attenta, paziente e perseverante: teneri non si nasce, si diventa.

La famiglia è il luogo primario, fondamentale e indispensabile, dove si può fare esperienza di questa testimonianza, offerta prima di tutto dalla coppia uomo donna; la famiglia è il primo spazio in cui si scopre la tenerezza, si sperimenta e si impara a viverla.  L’assenza di tenerezza priverebbe la persona umana, la  comunità umana di una luce di cui non può fare assolutamente a meno se vuole edificarsi in modo pienamente umano e umanizzante.

Divenire persone tenere è frutto di un percorso di approfondimento, dove si dà spazio all’incontro, all’ascolto, al dialogo costruttivo, alla fragilità di ognuno senza cadere nel giudizio dell’altro. Forse non siamo capaci di essere teneri nelle nostre case perché desideriamo più essere amati che amare, vale a dire vogliamo qualcosa (l’amore) dall’altro invece di avvicinarci all’altro senza pretese e volere solo la sua semplice presenza.

Parliamone insieme Domenica 18 Settembre. Vi aspettiamo.

Pubblicato in Incontri già svolti

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